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Carlo firma questa magnifica rivisitazione del Risotto alla Milanese. Una ricetta che risale al 1574 alla tavola del vetraio Valerio di Fiandra, che era solito utilizzare lo zafferano per dare un colore speciale alle vetrate del Duomo di Milano. Lo Chef ha selezionato le materie prime più preziose, capaci di guidarti in un viaggio sensoriale unico e indimenticabile.
Lo Zafferano in pistilli Safranum, un prodotto superiore di altissima qualità coltivato nel cuore delle langhe, viene esaltato dalle note dolci del pregiato cacao dell'Equador. Un preparato unico di brodo di carne, prodotto artigianalmente seguendo una ricetta segreta dei primi del 900, avvolge delicatamente tutti i sapori del piatto. Ad ogni assaggio percepirai la spinta dell'aceto di mele e dello scalogno a brunoise, i due ingredienti che completano armonicamente questo capolavoro.
Porzioni: per 3 persone
Tempo di preparazione: 25 minuti
Difficoltà: facile
È il più famoso tra i grandi chef usciti dalle feconda covata di Gualtiero Marchesi. Carlo Cracco, vicentino classe 1965, deve la propria notorietà presso il vasto pubblico al fatto di essere diventato anche un personaggio tv, di quelli ambiti da cacciatori (e soprattutto cacciatrici, visto il crescente fascino acquistato con l’età) di selfie.
Ma i buongustai non sono attirati da Masterchef, quanto dalla sua cucina, forse la più creativa tra quelle celebrate a Milano. Dopo l’istituto alberghiero Carlo Cracco entra nella brigata del Maestro, nel mitico indirizzo di via Bonvesin della Riva a Milano: è il 1986. Veneto di quelli che sgobbano tutto il giorno – chiedere al suo sous chef storico Matteo Baronetto, «era difficilissimo tenere i suoi ritmi» – si fa largo ben presto, acquisendo solide basi francesi in stage formativi da Ducasse a Montecarlo e Senderens a Parigi.
A quel punto è pronto per un salto: Annie Féolde dimostra il solito fiuto quando nel 1991 lo chiama a Firenze, all’Enoteca Pinchiorri, dove due anni più tardi s’illuminano le tre stelle, la prima volta in via Ghibellina 87. Cracco però lascia subito dopo, ritorna per un biennio sotto l’ala di Marchesi, questa volta all’Albereta, per poi spiccare il volo solitario verso il suo primo indirizzo di proprietà, Le Clivie di Piobesi d’Alba (Cuneo), 1 stella l’anno successivo.
La consacrazione definitiva è però a Milano, dove si fa rivedere nel 2001: dà il suo nome al ristorante Cracco-Peck, in sodalizio con la più celebre insegna della gastronomia meneghina. Nel luglio 2007 rileva la gestione del ristorante per intero, che da quel momento si chiamerà semplicemente Cracco. Qui idea piatti divenuti dei classici dell’alta cucina, dall’Insalata russa caramellata in su.
Dal 2013 gestisce la linea di Carlo e Camilla in Segheria a Milano, mentre a fine ottobre 2016 apre a Mosca il suo Ovo. Da via Hugo, il ristorante trova nuova sede in Galleria Vittorio Emanuele, in un prestigioso ed elegante locale disposto su 5 piani, inaugurato il 21 febbraio 2018. Una Stella Michelin assegnata nel 2001.